Sebbene stava cercando, con successo, di mantenere la mente lucida, una parte di lui si chise se gli umani erano tutti così. Agguerriti, rozzi, impulsivi. Non sembrava che avessero un piano preciso per attaccarli, oltre ad un perché. Se lui a esse dovuto fare cose del genere, avrebbe preso Aranel, dal momento che lei era disarmata e non stava neanche attaccando con la magia. Ma la mente di quei uomini non era molto.. Laboriosa nell'elaborare piani. Si disse di non cascare in pregiudizi. Di esseri umani ce n'erano tanti, loro erano solo una piccola porzione. Pensò ad un modo veloce per disarmarli senza che potessero usare le armi, e anche pr liverarsi di quella baca ormai sulle prossime sponde.
Eitha!Le spade di alcuni guerrieri si diressero, ad un cenno dell'elfo, verso il fiume, staccandosi dagli avversari, stupiti, o trascinandoli fino a fargli fare un bel tuffo.
Jierda!Un' asta di legno della barca si spezzo, provocando una grossa falla. L' imbarcazione, già con un carico molto pesante, cominciò ad affondare.
Non basta, ormai sono troppo vicini, potrebbero raggiungerci in fretta! Pensò Dreamer. Accadde però qualcosa di inaspettato. Gli uomini avevano una faccia spaventata, lo guardavano come se fosse un mostro, nessuno osava avvicinarsi a lui.
E' uno stregone! Urlò uno. Prendiamo la ragazza! Disse un altro, e si avvicinò come un altro tizio ad Aranel.
Dreamer non ci vide più. Gli sembrò che il sangue gli salisse alla testa, una sensazione simile alla preoccupazione mista alla rabbia lo travolse.
Jierda theirra kalfs!
I due uomini che si erano avvicinati crollarono a terra, schiavi e dolore. Il momento d' ira funesta era passato, lasciando Dremer basito. Era la prima volta, in vita sua, che reagiva i impulso. Senza pensare alle conseguenze. Senza chiedersi perché.
Cosa mi sta succedendo? Ancra lei. Aranel aveva la capacià di smuoverlo e di fargi fare pazzie. Era una sensazione bellissima, ma pericolosa, lo sapeva. Gli elfi avevano una mente abbastanza disciplinata per capirlo. Accidenti.
Alcuni attaccanti scapparono nella foresta, altri parevano ancora imbambolati. Cercando di recuperare la lucidità, borbottò un
Slitha. E gli uomini rimanenti si addormentarono, tranne uno, il più giovane, uno di quelli rimasti senza spada. Si avvicinò, ma quello terrorizzato si volse e tentò di scappare.
Ietta! Non ho intenzione di farti del male. Ma di ai tuoi compagni.. Che non si azzardino più a tornare nella Du Weldenvarden, o il prossimo che attaccheranno potrebbe non essere così indulgente. Lo dico per il vostro stesso bene. Sono stato chiaro? Ora vai! E Quello, lasciando i suoi compagni addormentati lì, si mise a correre a rotta di collo dove si erano rifugiati i superstiti. Poi tornò a guardare la compagna di viaggio.
Sei ferita? E' meglio andarcene da qui. Recueriamo le nostre cose mentre sono ancora addormentati. In quel omento era preoccupato per lei, e soprattutto si chiedeva com avevano potuto degli essere umani superare i confini della foresta. Gli elfi, concluse, si erano indeboliti più di quanto immaginasse. Ma del resto era troppo giovane per comprenderlo appieno. Era troppo soprappensiero anche per ricordarsi della ferita, almeno fino a quando un rivolo di sangue non gli arrivò sul petto. E cominciava a girargli un po' la testa. Era una ferita superficiale, ma era meglio non lasciarla aperta a lungo.
Waise heill. La ferita scomparve, anche se era lo stesso sporco di sangue. Si pulì sul fiume, ringraziando l'acqua fredda che gli schiariva le idee.